MISSIONE E’ IMITARE CRISTO BUON PASTORE
Gesù disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita. (GV. 10)
Le azioni di attenzione del buon pastore insegnano ad ogni Cristiano come attuare nell’impegno missionario:
- Conoscere: La missione ci chiede questo senso di appartenenza che ci porta a renderci conto, a conoscere le situazioni in cui vive il popolo di Dio, ad ascoltare il grido del suo dolore e vedere le sue sofferenze. Tutto questo ci porta al dovere di una analisi attenta della situazione socio-politica di un popolo, per scoprire i modi concreti e più opportuni per evangelizzare anche nelle condizioni meno favorevoli.
- Il pastore conosce le sue pecore e le chiama per nome. Le pecore conoscono la voce del pastore. E’ il senso di appartenenza reciproca. Il pastore non è un estraneo, e, soprattutto, non è un mercenario. Il pastore ama le sue pecore perché sono sue; gli appartengono.
Camminare con: La missione richiede l’impegno di camminare con il popolo di Dio e condividere le sue vicende. Il cristiano si fa solidale con la sua gente, con il popolo di Dio, partecipando alle sue gioie e speranze, tristezze ed angosce.
Il pastore cammina al passo delle sue pecore. Cammina per gli stessi sentieri e condivide ogni situazione: il caldo e il freddo, il vento e la pioggia, i sentieri tortuosi e i pascoli erbosi, il giorno e la notte. Il pastore cammina e vive con loro.
- Condurre a La missione, inoltre, richiede iniziative che possono liberare l’uomo dalla paura, dall’ignoranza, dalla fame, dalle malattie e dalle ingiustizie. La missione ci chiede un lavoro sempre nuovo di promozione della giustizia, educando la gente ad assumere le proprie responsabilità politiche e sociali. Cercare “il nuovo dello Spirito” è amare il popolo di Dio.
- Il pastore non abbandona le sue pecore nello stesso prato col pericolo che l’erba finisca, si secchi e le pecore muoiano di fame. Il pastore cerca sempre pascoli nuovi, freschi, erbosi. La missione ci esige un rinnovamento: cercare sempre nuovi metodi, nuove strategie e nuovi cammini.
- Difendere: La missione ci chiede di amare il popolo fino ad affrontare il suo nemico sempre in agguato. I nemici del popolo, particolarmente del popolo povero, sono tanti: gli abusi del potere, tipici dei regimi fondati sulla forza, una giustizia legata o sottomessa al potere, il terrorismo, un clero lontano da problemi del popolo e dai poveri, l’economia del libero mercato, l’emigrazione di masse di gente in cerca di pane, l’emarginazione nei ghetti delle zone urbane, la situazione di povertà ed dimenticanza dei gruppi minoritari….
- Difendere il popolo di Dio dal lupo significa amare il popolo, mettersi dalla sua parte e combattere contro chi vuole distruggere la sua dignità e la sua identità.
- Ogni nemico delle pecore è nemico del pastore. Il pastore non scappa quando arriva il lupo. Lo affronta perché ama le sue pecore. Il pastore vigila, è attento per difendere le pecore che gli appartengono. Le pecore sono la sua vita.
- Offrire la vita: Gli altri hanno un nome, una storia e un cuore che vuole essere amato. La vita ci è stata data per donarla. Nessuno può vivere per se stesso. Il cristiano sarà giudicato sull’amore, sulla vita donata. Dio vuole essere sempre amato in qualcuno: nel piccolo, nel bambino, nell’affamato, nel prigioniero, nel lebbroso, nell’ammalato. E alla fine dei tempi, Dio benedirà con amore: “Beato tu, perché ciò che hai fatto al più piccolo dei tuoi fratelli lo hai fatto a me”. Solo i pastori “ secondo il cuore di Dio”(Gr. 3,15) ameranno il Suo popolo con amore ed intelligenza evangelica.
- “Dare la vita! – scrive Fulton Sheen – Solo chi è vero pastore darà la sua vita per le sue pecore. Il mercenario non sacrificherà mai niente di sé stesso. Ma anche il pastore deve vegliare per essere buon pastore, come Cristo. Quando il pastore dorme, le pecore sono in pericolo; quando il pastore è pigro, le pecore si perdono; quando il pastore è mercenario, le pecore rimangono ferite; quando il pastore non guida, le pecore muoiono di fame; e quando il pastore non si affronta col lupo o, addirittura, si allea col lupo… il lupo sterminerà pecore e pastore.
- Vita significa vivere con e vivere per. Con gli altri e per gli altri.
Teresino Serra
Foto di copertina tratta da Google “Il Libbraio.it”