Suor Hortense Gaby, supervisore del progetto nella Prigione di Bimbo a Bangui, a nome delle detenute, ringrazia tutti i benefattori che, con i loro aiuti economici, hanno consentito la realizzazione di un forno e l’acquisizione delle materie prime che assicurano la produzione di pane e pasticceria per il consumo interno, nonchè per la vendita all’esterno, agevolando in tal modo introiti per l’acquisto di medicinali e latte per i bambini.
Sono in fase di svolgimento corsi di sartoria e fabbricazione di sapone che ulteriomente formeranno le detenute per esercitare attività lavorative dopo l’ avvenuta liberazione.
Bangui è la capitale della Repubblica Centrafricana e la sua città più grande.
Inizialmente il suo nome era Bongai, che letteralmente significa “rapide”, poichè sorgeva sulla riva settentrionale del fiume Ubangi.
La maggior parte della popolazione vive nella parte occidentale del paese, a Bangui e dintorni.
Essendo la capitale, Bangui è il fulcro commerciale ed amministrativo, dove sorgono edifici governativi, banche, ospedali, alberghi, grandi mercati.
P. Adelino Brunelli, missionario comboniano, ha lavorato per molto tempo nella Repubblica Centrafricana e in particolare operava nel carcere di Bimbo a Bangui, dove era amato e rispettato dalle detenute.
Le protagoniste del progetto saranno le detenute del carcere di Bimbo.
Il progetto qui proposto ha come obbiettivi fondamentali:
1. promozione di percorsi di assistenza per lo sviluppo e la promozione delle persone svantaggiate (le detenute);
2. rendere ogni individuo libero e indipendente grazie ai suoi mezzi e alle sue attitudini.
All’interno del carcere, si vorrebbe proporre, tre tipi di attività:
- Sartoria
- Produzione del sapone
- Produzione di pane e pasticceria a base di moringa (pianta particolarmente nutritiva e curativa)
Tutte le attività che, dopo la spesa iniziale per l’acquisto delle materie prime e degli strumenti, prevedono la vendita dei prodotti ottenuti all’esterno attraverso la realizzazione di bancarelle, negozi sensibili al mercato etico, punti vendita ad hoc.
Le detenute quindi, avranno l’opportunità di imparare un mestiere finchè sono ancora in carcere, che potranno poi esercitare una volta scarcerate.
Per imparare le attività proposte, si alterneranno corsi pratici e corsi teorici grazie alla collaborazione di: Fratello Didier (ordine dei Fratelli della Carità) capellano delle carceri; Fode Lambert, esperto imprenditore; Catherine, sarta; Francine, infermiera; Suor Mariela, sarta; e tutte le altre persone che prestano servizio all’interno del carcere.
Preparazione dolciI prodotti realizzati verranno così destinati:
20% per la consumazione interna;
50% per l’acquisto di nuove materie prime per continuare l’attività;
30% per l’acquisto di medicinali, compreso il latte per i bambini